Dicembre, tempo di bilanci.
Si chiude un anno strano, epocale direi.
Eravamo partiti carichi a molla lo scorso Gennaio, il tempo era clemente e i cantieri procedevano spediti. Per un magazzino piccolo come il nostro anche un cantiere in più o in meno può fare la differenza. Sull’onda dell’entusiasmo avevamo programmato diverse cose per le imprese, oltre che per i clienti privati e i professionisti. Calendario ricco di eventi insomma. Poi da un momento all’altro ci siamo trovati chiusi in casa a seguire i webinar dei fornitori impastando pane e pizza.
Ricordo ancora la sensazione di quando abbiamo chiuso il cancello, in anticipo di qualche giorno sul lockdown generale. Non l’avevo mai provata, e anche mio padre ha scosso la testa con aria sconsolata. Quando riapriremo?
Durante questa incerta primavera, in un paese piccolo come il nostro è scattato quel senso di comunità che a volte si dimentica in nome del risparmio o anche solo per pigrizia. E mi ci metto anch’io in queste dimenticanze a volte, ma con il tempo si cresce e si capiscono tante cose. Il paese si stringe a noi a inizio Aprile, quando ci lascia la nonna Lina, la nostra colonna portante. Ringrazio chi è venuto a trovarci anche solo per condividere un ricordo o una parola di conforto, non abbiamo potuto abbracciarci ma il vostro affetto è stato tanto. Mi piace pensare che la nonna abbia contribuito a costruire un pezzettino di storia pontolliese, la storia di una donna che, non senza difficoltà, ha portato avanti una piccola azienda locale. E così, tenacemente, ci siamo rimessi in pista con il supporto di tante persone del paese, frequentatori abituali e qualche volto nuovo in più. Era il tempo delle consegne a domicilio, non che per noi fossero una novità! Senza dubbio però ho pensato tante volte di dotarmi di un simpatico apecar per consegnare la ferramenta o qualche materiale poco ingombrante. Chissà, mai dire mai!
Tra un DPCM e l’altro abbiamo superato l’estate, riscoperto i torrenti locali e le nostre colline e montagne. Anche l’approccio agli acquisti è rimasto un po’ più consapevole credo. I numeri non mi daranno ragione, le grandi piattaforme online non hanno mai fatturato così tanto come in questo anno. Ma l’importante è che anche una sola persona abbia cambiato una sola abitudine, abbia dato importanza al sorriso che trova in negozio, al consiglio su un materiale piuttosto che un altro, a quanto vale una vetrina accesa in paese…che è già un inizio. Io sono fiduciosa, tutto questo si può migliorare.
E per questo mi sento di ringraziare chi è passato anche solo per sapere se avevamo quella cosa particolare prima di andare a Piacenza, a volte l’ha trovata e altre volte no. Chi ha telefonato dicendo “Sono in ritardo, mi aspetti cinque minuti?” e al suo arrivo ha trovato il cancello aperto. Chi ci ha chiesto i preventivi, che a noi non costano nulla e ci danno la possibilità di confrontarci e di venirvi incontro…quando si può. Chi ci ha detto, con un po’ di stupore, che non si immaginava un negozio così! Grazie, ci sentiamo ripagati degli sforzi fatti.
Poi ci sono i social, ai quali dedico personalmente tanto tempo…e non per passatempo, ma per lavoro. Per rendere virtualmente visitabile la nostra attività, per accorciare le distanze e dimostrare le nostre competenze, guadagnate sul campo in tanti anni di attività. Questo mondo parallelo mi ha portato tante nuove conoscenze, tra le quali tanti professionisti del settore con cui posso confrontarmi quasi quotidianamente e instaurare un rapporto che in certi casi è diventato amicizia. Alla fine sui social si interagisce con chi ci somiglia, e in questo anno ho capito che è davvero così. Alcune persone mi hanno detto “Perché sei così lontana!?” , altre mi hanno detto “Appena si può ti vengo a trovare” e altre ancora sono venute e basta! Grazie, di cuore.
Insomma, alla fine in questo 2020 mi sento di salvare le cose belle e quello che ha portato di nuovo. Una maggiore capacità di adattarsi alle cose e anche farle un po’ come vengono, senza tanto rimuginarci sopra per renderle perfette a tutti i costi. “Se non fai non sai” diceva la nonna. E mi sembra il più grande auspicio per affrontare il prossimo anno.